L’amico immaginario è un’invenzione molto comune tra i bambini, compare di solito verso i tre, quattro anni, quando sentono il bisogno di un vero compagno. Nell’impossibilità di trovare l’amico “ideale” nel mondo esterno, lo evocano nella propria mente, mettendo in scena un teatro interiore, in cui ogni cosa avviene proprio come vorrebbe.
Non si tratta quindi di un sentore preoccupante come pensano alcuni genitori. Ma di un atto mentale molto creativo, il bambino vorrebbe un amico e se lo inventa, proprio come avviene in ogni gioco di finzione. Le parti che interpreta l’amico immaginario di solito sono molte: si muovono da un ruolo all’altro in un continuo alternarsi di compiti diversi, dall’ io ideale, al bambino cattivo, al genio buono.
E non manca quasi mai il compito di intermediario che rivela ai genitori ciò che il bambino non ha il coraggio di dire apertamente. E’ talmente utile, questo compagno fedele disposto ad impersonare tutti i ruoli, e a stargli vicino quando ne ha bisogno, che il bambino non vi rinuncia mai, naturalmente senza privarsi degli amici veri con cui continua a giocare.
Ma anche l’amico immaginario è un gioco e come tutti i giochi infantili, è una cosa molto seria, per lui.
Il bambino non appena si accorge che i genitori lo deridono, tende a difendere la sua creazione, continuando in segreto il suo rapporto con l’amico invisibile, senza più dire nulla ai genitori. Nel gioco infantile c’è sempre un equilibrio molto delicato fra il “per finta” e il “per davvero”, che spetta al bambino regolare, senza l’intervento degli adulti. E’ molto importante, quindi, non prendere in giro il bambino e non cercare di convincerlo del fatto che il suo amico immaginario non esiste.
Bisognerebbe comportarsi come se fosse reale senza d’altro canto enfatizzare troppo. E poi…..esaurite le sue funzioni, anche il compagno invisibile scomparirà. Per restare però tra gli aneddoti che saranno i genitori a ricordare al bambino quando ormai l’infanzia sarà lontana.