IL BAMBINO ARRABBIATO
Di fronte ad un bambino arrabbiato le reazioni e le emozioni dei genitori possono essere diverse: c’è chi lo sgrida, chi si spaventa, chi rimane indifeso, chi si allarma, chi lo incoraggia. Questo perché l’uscita della rabbia, che è fatta di un miscuglio di emozioni e sensazioni, come angoscia, dolore ed altro, avviene spesso con modalità distruttiva e viene vissuta come un qualcosa che non si sa come gestire né contenere.
Molte sono le incertezze su che cosa sia più giusto fare, su cosa fare, sui comportamenti da assumere, su cosa dire.
Che fare allora?
Possiamo cercare di capire quali sono le cause della rabbia del nostro bambino. Ricordate che la rabbia è una forma di comunicazione, quindi il bambino vuole dirvi qualcosa: sofferenza, frustrazione, senso di impotenza, bisogno di essere ascoltato, di essere amato, di essere visto. Il bambino usa la collera come forma di aiuto o di attenzione o comunque per esprimere il malessere che ha dentro.
E’ importante riconoscere la rabbia nei nostri figli e aiutarli a contenerla e a tollerarla.
Come?
Ascoltare con empatia; aiutare il bambino a dare un nome alle emozioni che prova; far capire al bambino che il problema non è nel sentimento che prova , ma nel comportamento; dare una mano al bambino nel manifestare la sua rabbia in modo diverso: attraverso un gioco oppure attraverso un disegno; leggere fiabe e racconti sulla rabbia.
A volte, per i genitori, è difficile mettersi subito nella posizione di ascolto e di provare ad interpretare le reazioni e i comportamenti dei figli. Viene abbastanza immediato sgridarlo, giudicarlo o metterlo in punizione. Ma non dimentichiamo che i bambini hanno tutto un loro modo di comunicare le loro emozioni e che è un errore fermarsi solo ed esclusivamente alla loro manifestazione finale e più evidente.
