L’ASCOLTO
L’ascolto è un processo complesso e affascinante che costituisce la base del rapporto con il proprio figlio. Osservate vostro figlio, ascoltatelo mentre parla, dialogate con lui, cercate di sentirlo dentro di voi.
Parlare è un mezzo per esprimere se stessi agli altri, ascoltare è un mezzo per accogliere gli altri in se stessi
Il piacere di ascoltare può essere espresso in modo verbale, con “Raccontami, com’è andata?“, “Cosa pensi di questa cosa?“. E’ un modo un po’ diretto, ma esprime rispetto e considerazione, ma lo si può esprimere anche con un sorriso, con uno sguardo…
Dimenticate in quei momenti tutte le preoccupazioni, il lavoro, gli impegni: godetevi “quel momento”. Cercate di farlo con vostro figlio in famiglia, da soli dopo il cinema, dopo la scuola: com’è bello vedere crescere la sua personalità, l’accorgersi che coglie quello che dite anche quando sembra che non vi ascolti. Questa è la base per il genitore che voglia creare sicurezza e miri a essere il principale referente nelle situazioni “difficili”.
Vi accorgerete che i figli hanno importanti bisogni che non vi chiederanno di:
- compagnia (perchè si sentono soli)
- attività (perche si annoiano)
- sicurezza (perchè hanno paura di un mondo sconosciuto da conquistare)
- dialogo (perchè hanno da chiedere molte cose che non sanno)
L’ascolto promuove l’intimità tra genitori e figli.
L’esperienza di sentirsi ascoltati e compresi da un altro è così soddisfacente, che genera in chi parla sentimenti positivi nei confronti di chi ascolta. Quando si ascolta con empatia, si arriva a comprendere l’altro, ad apprezzare i punti di vista altrui. Entrare nel mondo dell’altro produce sentimenti di intimità, affetto e amore.
I genitori che impiegano l’ascolto empatico scoprono nuove forme di apprezzamento e rispetto, un sentimento più profondo di affetto. In cambio i figli rispondono con sentimenti simili.